Cari colleghi

Cari colleghi, in oltre trent’anni di Collegi dei docenti non ricordo di aver mai preso la parola. E’ una questione di carattere: mi piace poco parlare in pubblico, amo piuttosto il silenzio e, in subordine, la concisione, entrambe merci rare in queste nostre assemblee di Istituto. La cosa non mi fa certo onore, visto l’inderogabile dovere della partecipazione attiva, ma ha avuto l’innegabile pregio, in tutti questi anni, di non aver sottratto troppo tempo alla discussione.

Picchiare duro

Picchiare duro
E’ passato più di un mese da quando la Guida ha pubblicato l’editoriale di Martino Pellegrino sul “picchiare più duro”. Se la validità di uno scritto sta nella sua capacità di generare riflessioni bisogna fare i complimenti all’autore: la lettura ha prodotto in me una sorta di pensiero ricorrente che mi ha accompagnato in queste brevi giornate d’equinozio divise equamente fra le angosce e i piaceri di inizio scuola e le conserve e marmellate di fine stagione.

Dare i numeri

Visto che di questi tempi faccio sovente fatica a trovare le parole, non mi resta che dare i numeri.
Cominciamo dal basso: zero. Cioè niente, nulla. Sono gli aumenti che noi lavoratori dipendenti vedremo in busta paga nei prossimi anni, per effetto del blocco degli scatti di anzianità. Tremonti dal suo cappello ha tirato fuori questa meraviglia, una sorta di elisir di lunga vita ed eterna giovinezza che fissa nel tempo la nostra età lavorativa, impedendoci di invecchiare. Meglio del Gerovital, se qualcuno ancora se lo ricorda.

Mancanza d’aria

Le dittature sono di molti tipi differenti, più o meno sanguinarie e repressive, militari o teocratiche, mascherate o aperte. Tutte, però, hanno un denominatore comune: l’attacco alla libertà di stampa e di opinione.

Ridatemi il voto!

Di nuovo clima di elezioni, nonostante i rigori da anticiclone siberiano di questo gelido inverno che ci ricordano il forte anticipo sui canonici tempi elettorali di tarda primavera. Lo si capisce dai manifesti con le facce sorridenti che stanno progressivamente sostituendo le pubblicità di telefonini, automobili superecologiche e biancheria intima, sfondo abituale dell’arredo urbano.

olio lubrificante

Olio lubrificante
Lo scorso anno, di questi tempi, avevo scritto qualche considerazione preoccupata, da insegnante in procinto di sentire, per l’ennesima volta, la campanella del primo giorno di scuola, sulle novità che si preannunciavano allora. Dietro al fumo di questioni secondarie sapientemente sbandierate (ve le ricordate?, il grembiulino, il cinque di condotta) si intravedeva l’ombra di riforme devastatrici, introdotte con studiata gradualità e sempre condite da divagazioni mediatiche su questioni futili, in modo da mimetizzarne l’impatto.

Crisi: istruzioni per l’uso

Inverno straordinariamente lungo, quello appena finito, con nevicate e freddo d’altri tempi. Anno straordinariamente lungo il 2008, bisestile a cui gli scienziati avevano deciso di aggiungere un secondo per compensare il rallentamento del pianeta (un’inezia per noi italiani, abituati ai ritardi cronici di treni e aerei, all’eternità del provvisorio e alla provvisorietà del definitivo – un’enormità per gli inesorabili orologi atomici che pretendono di dettare la loro legge anche ai corpi celesti).
Anno di svolta, che entrerà nei libri di storia..

La necessità  di “fare memoria”

La necessita di “fare memoria”
Il parlamento italiano ha istituito nel 2000 la Giornata della Memoria per ricordare, nell’anniversario della liberazione di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio del 1945, tutte le vittime della shoà, dei campi di concentramento, delle deportazioni razziali e politiche e, più in generale, del nazismo, del fascismo e della seconda guerra mondiale. Una tragedia senza precedenti nella storia, come dimensioni e organizzazione, 6 milioni di ebrei uccisi (ma si parla di 26 milioni di vittime complessive dei campi di concentramento) più altri 32 milioni di morti nel conflitto: in tutto, un’intera Italia cancellata.
Fra i tanti, anche mio nonno, tipografo reo di aver stampato qualche frase poco gradita al regime e mandato per questo a morire di stenti a Mauthausen.

Primo giorno di scuola

Primo giorno di scuola. Per me non è una gran novità, sono quarantasette anni malcontati che il rito si ripete senza interruzioni, prima da una parte della barricata, poi dall’altra. I saluti coi colleghi, le facce abbronzate, baci e strette di mano, il piacere di rivedere gli allievi cresciuti, qualche volta cambiati, l’incontro con le nuove classi…

La democrazia della bicicletta

Nel 1916 il futurista Marinetti cantava le lodi della velocità, non solo come mito estetico, ma addirittura come valore religioso-morale: “la velocità…è naturalmente pura”, scriveva, e la contrapponeva alla lentezza “naturalmente immonda”. Si era in piena guerra mondiale, di lì a poco il fascismo avrebbe fatto suoi questi valori e avrebbe proiettato l’Italia, a tutta velocità, verso la follia imperiale, l’abbraccio col nazismo ed il secondo grande conflitto…