Chiesa nucleare

Venerdì scorso allegato alla Guida c’era un opuscolo su carta patinata.
“Energia per il futuro” era il titolo rosso su sfondo verde, sopra l’immagine di una bimba che disegna una lampadina a risparmio energetico .
Lo sfoglio distrattamente, pensando di leggere uno dei consueti manuali che raccomandano di chiudere la luce uscendo di casa e spiegano i vantaggi delle fonti rinnovabili e alternative.
Guardo meglio e per poco non mi viene un colpo, altro che fonti alternative!
E’ un inno al nucleare, energia del futuro, sicura, economica, ecologica. E caldamente raccomandata, in ultima pagina, dall’emerito cardinal Martino, presidente del pontificio consiglio della Giustizia e Pace.
Mi viene in mente che pochi giorni prima, il 26 aprile Berlusconi aveva promesso l’apertura di nuove centrali entro tre anni e aveva annunciato il via di una campagna per cambiare l’opinione pubblica. Da buon uomo di spettacolo il Presidente aveva scelto, per giurare sulla sicurezza e convenienza dell’atomo, proprio la data giusta, a 24 anni esatti dall’ecatombe di Chernobyl, e pure il partner adatto, il russo Putin. E’ un vero peccato che “l’opinione pubblica”, quella che lui, da vero democratico vuole “cambiare”, sia talmente inebetita da non apprezzare neppure più queste geniali sfumature. E dire che lui si impegna a giocare con le coincidenze, tipo la barzelletta sugli ebrei raccontata nella Giornata della memoria o altre chicche ancor più gustose che sarebbe lungo elencare.
Ma non mi interessa, naturalmente, sprecare parole per aggiungere disgusto alla rabbia nei confronti di chi tira i fili a cui tutti siamo attaccati.
L’opuscolo mi ha fatto star male non per le storielle che racconta, non per il tono rassicurante e mieloso e neppure per il mittente anonimo ma evidente. Mi ha addolorato il tramite, il corriere. Insomma, chi ha prestato la sua voce, la sua firma, la sua autorità a questa squallida operazione propagandistica.
Mi scandalizza che la CEI si sia prestata, ancora una volta, al gioco subdolo di Berlusconi e abbia avvallato la sua neppur mascherata manipolazione dell’opinione pubblica.
Parafrasando Benigni, che implorava D’Alema: “Massimo, dì qualcosa di sinistra”, verrebbe voglia di gridare a quel bel gruppo di attempati signori vestiti in modo anacronistico che sostengono di rappresentare la Chiesa di Cristo: “Dite qualcosa di cristiano, una volta tanto”.
Che la Chiesa cattolica continui a barattare con il Grande Imbonitore appoggi e assoluzioni incondizionate in cambio di vantaggi economici e politici è cosa che mi scandalizza (e uso qui il termine nel senso usato dai vangeli).
Ritengo che questa gerarchia che si presta ad ogni occasione a portare borracce e tirare la volata ai potenti di turno e che offre quotidiani puntelli all’incipiente regime dittatoriale si sia di fatto “scomunicata”. Abbia, cioè, rotto l’unione con chi, ancora, si illude di poter coniugare democrazia, laicità e valori cristiani.
Mi scuso per la lunghezza della lettera e invito tutti a leggere con attenzione l’opuscolo, vero capolavoro dell’arte berlusconiana (e cattolica, purtroppo) di manipolare l’opinione pubblica.

E’ un testo interessante, che si presta a un lavoro di esegesi, in cui ogni fotografia, ogni nome, ogni parola è studiata per creare la tranquillizzante sensazione che, come dice il titolo, il nucleare sia “l’energia del futuro”. Energia pulita, economica, ecologica e perfino benedetta. I reattori sono fotografati accanto a paesaggi bucolici, pannocchie e balle di paglia, campi fioriti e bambini. Oltre che la rassicurante icona di Piazza S. Pietro a pagina 3.
In prima pagina basta leggere le parole in neretto: “Benedetto XVI”, “energia del futuro”,” la Santa Sede è favorevole e sostiene l’uso pacifico dell’energia nucleare mentre ne avversa (bontà sua) l’utilizzo militare” Un bel quadro che mette insieme il nome del papa, l’atomo e la pace.
Bellissimo poi il finale, sempre evidenziato: “lasciare alla valutazione del lettore il giudizio sulla necessità o meno del ritorno al nucleare”
Un vero capolavoro di ipocrisia (altro termine che troviamo sovente nei vangeli) seguito da 48 pagine in cui si decantano le virtù del nucleare, si minimizzano i pericoli, si tace vergognosamente sui problemi e sui costi reali. Il tutto a firma di personalità emerite e soprattutto disinteressate, veramente “super partes”, come l’Amministratore delegato di Sviluppo Nucleare Italia.
Insomma, un testo che, come ogni cosa che riguarda questo governo ( e purtroppo questa chiesa che lo sostiene sfacciatamente) è costruito apposta per manipolare l’opinione pubblica per i propri personalissimi interessi.
Visto che la parola “chiesa” pare significhi “assemblea” e visto che l’acqua del Battesimo pare valga come titolo di appartenenza e dia quindi diritto di voto e di parola nella predetta Assemblea, mi piacerebbe che chi si sente disgustato da questo opuscolo esprimesse all’Amministratore delegato citato a pagina 1 l’urgente bisogno di rinnovare l’intero Consiglio di Amministrazione.

Cervasca, 16 maggio 2010 mandato alla mailing list Inprimapersona
Pubblicato sul Granello di giugno col titolo Chiesa nucleare

Nota: Il testo non è nato come articolo, ma come lettera inviata a un ristretto numero di amici e alla mailing list del Tavolo delle Associazioni. Ha toni duri e forse eccessivi, nati dall’indignazione e anche dalla sorpresa di leggere un simile opuscolo allegato alla Guida, settimanale che apprezzo e continuo ad apprezzare e a cui, occasionalmente, collaboro.
Avrei voluto scrivere qualcosa sull’argomento da mandare, appunto, alla Guida, di tono più riflessivo e meno urtante. La stanchezza e la confusione mentale di questo periodo lavorativo (fine anno scolastico) mi hanno impedito di dar corso al proposito. Gli accenti sono forse troppo polemici ed eccessivi, frutto di reazione più che di riflessione. Resto comunque profondamente convinto del diritto-dovere di ogni cittadino e di ogni cristiano di far sentire forte la propria voce e rivendico pure il diritto molto evangelico a pensieri e azioni “ferocemente” laici.