Camino Portoghese

Viaggio Porto – Santiago – Finisterre – Muxìa

23 ottobre – 8 novembre 2009

23 ottobre, venerdì: Cervasca – Pisa – Porto
Volo Ryanair Pisa-Porto 77€ in due compresi bagagli. L’aeroporto è servito dalla metropolitana di superficie, un addetto gentile aiuta a fare i biglietti elettronici ricaricabili. Porto è città interessante, contraddittoria, con quartieri fatiscenti e caratteristici e il fiume in basso. Bel ponte metallico, case colorate e con azulejos, una piazza monumentale, vicoli in forte pendenza con vita e biancheria stesa, un po’ stile Napoli. Andiamo in uno strano ufficio del turismo e prendiamo una camera a tre letti mansardata, carina e con servizi, proprio lì sopra (30€). Poi in cattedrale per la credenciàl a 0,50€ e il sello che qui chiamano carimbo.
Molto bella, in alto, vicinissima alla nostra stanza. Cena in un locale nei vicoli, scorpacciata di sardine, bacalau, patate al forno e buona bevuta per 16,5€ in due.

24 ottobre, sabato. 1° giorno di cammino, Porto – S. Pedro de Rates
Qualche problema per ricaricare i biglietti del metro, andati con la linea rossa fino a Villar de Pineiro, per evitare i quartieri periferici e finalmente partiti a piedi verso le dieci. Spesa in un negozio (non hanno insegne, devi indovinare che non è una casa privata) con la padrona che ci fa lo sconto perché pellegrini.
Il percorso è in buona parte su strade asfaltate strette, circondate da alti muri di pietra, il traffico non è molto ma è comunque pericoloso. In particolare dopo Villar si fa un lungo tratto sulla N 306, poi finalmente si lascia la strada e si passa sul bel ponte romanico di Ave. Altri tratti sono più tranquilli e acciottolati, muri di pietra e vigne dappertutto, a tendone e sostenute da pali in granito. Bel ponte a S. Miguel de Arros e poi tratto gradevole fra gli eucaliptus.
A S. Pedro bella chiesa romanica.. Il rifugio è il primo della via Portoghese, le chiavi le ha la padrona di un negozio vicino, come sempre senza segni esteriori, che ci vede e ci chiama. L’albergue è bello, in una vecchia casa ristrutturata, con cucina, soggiorno, bei servizi, cortile, 3 cameroni. Vicino ha un mulino a vento metallico e un museo dell’agricoltura locale. Facciamo la spesa dalla vicina e mangiamo cena in rifugio. Piove.

25 ottobre, domenica, secondo giorno di cammino. S. Pedro de Rates – Barcelos
Nella notte diluvia, ma al mattino pioviggina solo più. Bel percorso fra campi e vigne, nella nebbia bagnata fino a Pedra Furada, poi percorso più urbanizzato, con stradine acciottolate. Barcelinos, e dopo il ponte si entra nel centro di Barcelos, bella cittadina con chiesa romanica proprio all’ingresso dell’abitato, dentro è tutta piastrellata. Galli dappertutto, a ricordo del miracolo stile Santo Domingo de la Calzada., bel centro. Non ci sono albergue, preferiamo non andare a bussare ai bomberos come suggerito a Pedra Furada, ma contrattiamo una camera a 35€ al residenciàl Arantes, in pieno centro.
Nel pomeriggio il centro si anima, arriva un signore con la fisa e la gente si mette a ballare, poi arriva una signora con tamburello e un signore con nacchere e tamburo. Molto bello e autentico, intanto un ragazzo fa acrobazie con la bici saltando su e giù da muretti e ci sono venditori di caldarroste cotte nella brace, grigie. Cena alla churrascheria Arantes, proprio sotto casa, con mezze porzioni gigantesche a ottimo prezzo.

26 ottobre, lunedì. Terzo giorno di cammino. Barcelos – Ponte de Lima
Strade belle in campagna, anche se con molti nuclei abitati, viti, campi, cavoli, biancheria stesa dappertutto. Salite e discese, molti tratti con calatà, alcuni con fango.
Tappa lunga oltre 33 km, ma bella, arrivati a Ponte de Lima con la fiera, innumerevoli bancarelle, bellissimo ponte e piazza, cittadina molto gradevole. L’albergue è nuovissimo, ma ancora chiuso, riattraversiamo il lungo ponte e facciamo un giro in città e acquisti in negozietti incredibili. Alle 5 arriva l’impiegato che apre il rifugio, costo 3€, nuovo in edificio antico, ipertecnologico ma bello, con cucina, stanza mansardata per dormire, internet gratis etc., materassi puliti e in lattice (ma nessun gancio per appendere la roba e sedie…). Il tutto per noi soli, cena in rifugio e notte tranquillissima.

27 ottobre, martedì. Quarto giorno di cammino. Ponte de Lima – Rubiales
Percorso molto bello, sempre fra campi e vigne, strade acciottolate. In un tratto belle cascate del rio.. Dopo Arco inizia una salita con tratti molto ripidi fra i pini fino all’Alto de la Portela Grande, che sembra molto più alto dei sui ridicoli 390 m slm, ed è in certi punti davvero duro. Discesa e arrivo a Rubiales su strada romana con porcini ai lati e bella chiesa sottostante. Il paese non esiste, sono case sparse, il rifugio è quasi nuovo, nella vecchia scuola ristrutturata, ma non molto ben tenuto. E’ aperto, senza nessun gestore. Laviamo noi e la roba, ci sistemiamo, poi andiamo a vedere la bella chiesa romanica con cippo miliario della vecchia strada romana e scendiamo 500 metri a valle al bar. Prenotiamo la cena lì, ottima ed economica. Notte tranquilla nel rifugio aperto e incustodito.

28 ottobre, mercoledì. Quinto giorno di cammino. Rubiales – Tui
Percorso molto bello, strade acciottolate, a tratti via romana, vigne, campi, ponti. Arrivati a Valenca do Minho i segnali ci mandano avanti e arriviamo fino al fiume, confine con la Spagna, allungando di almeno due chilometri, prima di tornare indietro e risalire alla cittadella dalla parte opposta. Il centro è molto bello, circondato da mura imponenti e con moltissimi negozietti tutti uguali, uno attaccato all’altro, che vendono biancheria ai vicini spagnoli. Città vivace, commerciale e turistica. La percorriamo tutta, poi riscendiamo e attraversiamo il bel ponte di ferro che collega le due rive del fiume, entriamo in Spagna. Tui è vicina, si vede la cattedrale in alto. Anche lei è città fortificata, ma meno massicciamente; è molto piacevole, la cattedrale fortezza è imponente. Subito dietro c’è il rifugio dei pellegrini, già aperto contrariamente alle informazioni, una signora simpatica ci accoglie. “Troppi pellegrini” ci dice, soprattutto spagnoli. In realtà siamo soli; il rifugio è molto bello, ma la cucina è chiusa.

29 ottobre, giovedì. Sesto giorno di cammino. Tui – Redondela
Partiti presto, primo pezzo bello, ma cammino segnato male. Dopo 9 chilometri inizia la zona industriale di Porrino, orrenda e lunga almeno dieci chilometri. La città al centro invece non è male. Altro tratto non esaltante con frequenti contatti con la N 550, poi dopo Mos diventa più bello, salita e lunga discesa ripida fino a Redondela. L’albergue è in una torre ristrutturata con annessa biblioteca, molto bello con micro-cucina. Siamo in quattro.
La tappa è lunga 31 km, più due o tre per errori di percorso, e non è nel complesso molto bella, anzi, forse è la più brutta per la parte industriale attorno a Porrino e le segnalazioni mediocri. In compenso il rifugio è gradevole e caratteristico.

30 ottobre, venerdì, settimo giorno di cammino, Redondela – Pontevedra.
Bel percorso, dopo 7 chilometri si fa un colletto e si scende sul mare ad Arcade. Si passa un bel ponte romanico e si risale, in un ambiente sempre gradevole. Sosta per pranzo davanti alla chiesetta di S. Marta e arrivati a Pontevedra due ore prima dell’apertura dell’ostello. L’albergue è all’inizio della città, che è grossina, 80 mila abitanti, capitale di provincia. E’ un edificio nuovo e ampio, con hospitalera simpatica, letti a castello, ma siamo soli. Ha cucina, ma senza frigo e con gas a pagamento, luci nel bagno che durano 2 secondi, come l’acqua, lavadora secadora a ben 12€! (non fatta, naturalmente).
Poi lungo giro per Pontevedra, perdendosi infinite volte, bello il centro, le molte piazze, la cattedrale, la Peregrina.
Cena nel bar davanti all’ostello, ottima e abbondante, menù del pellegrino per 8€.

31 ottobre, sabato, ottavo giorno di camino, Pontevedra – Caldas de Rey
Appena partiti inizia a piovere e ci attrezziamo con ghette e mantella. Riattraversata Pontevedra, questa volta senza perderci, il centro è interessante e finisce con un bel ponte.
La tappa è bella, con stradine in parte asfaltate, in parte con calatà o sterrate. Un lungo tratto di strada è trasformato in ruscello, ci dobbiamo camminare dentro, onore agli scarponi in goretex. Tutto il giorno tempo grigio, un po’ piove, un po’ smette. Arrivati a Briallos, ostello chiuso senza neppure un cartello di avviso.
Per fortuna sulla guida c’è il telefono dell’hospitalera che ci dice di andare a Caldas dalle suore. Le suore, però, non ospitano durante l’anno scolastico (è un collegio) e una vecchia sorella ci manda a una funda, un affittacamere lì vicino. Ci accoglie una simpatica ragazza, la camera costa 30€, in una grande casa padronale con altri inquilini.
Mettiamo tutto ad asciugare. Usciamo a fare un giro e a farci mettere il sello dalla polizia locale. Caldas è cittadina termale, dai tempi dei romani, con un bel centro.

1 novembre, domenica, i Santi, nono giorno di cammino Caldas de Rey – Padròn.
Partiti con la pioggia, prima piano poi si mette a diluviare. Peccato, perchè il percorso è molto bello, su stradine e in borgate rurali e boschi. A un certo punto passa un fuoristrada della Protezione civile che ci fa l’incredibile domanda: “Quieren sellar la credenciàl?” mentre diluvia. Piove forte fino a dopo Pontecesures, poi smette, ma ormai siamo bagnati fino alle mutande. Arriviamo a Padròn,che sarebbe Pedròn, pietrone, a ricordo della pietra a cui attraccò secondo la leggenda la barca che riportava il corpo di Giacomo. E’ conservata sotto l’altare. La cittadina è interessante, c’è mercato, si attraversa un fiume e c’è subito il rifugio, aperto e bello, siamo soli (a parte un topino che rosicchia una pagnotta nel monumentale caminetto della cucina). Mettiamo tutto ad asciugare, ci cambiamo e usciamo per mangiare. Dall’altra parte del fiume ci sono molti locali, scegliamo una birreria, il Ruta Xacobea, che ci dà un’ottima cena per 7,5€ a testa.

2 novembre, lunedì, decimo giorno di cammino, Padròn – Santiago.
Al mattino bella sorpresa, non piove. Partiti presto, ancora scuro, per la prima volta fa fresco. Bel percorso, borgate rurali, case in pietra e granai, si fanno alcuni pezzi della N 550, ma corti. Subito la chiesa di Irina Flavia, poi quella barocca di Escravitude.
A 6 km da Santiago false frecce gialle, per fortuna c’è gente e prendiamo la strada giusta, molto bella che permette di arrivare in Santiago evitando quasi del tutto il traffico. Appena arrivati in centro andiamo a prendere la nostra terza Compostela e troviamo Maria che ci dà il biglietto della sua pensione, rua Villar 12, attaccata alla cattedrale, a 15€ a testa, siamo soli in una camera grande. Sosta in cattedrale, poi cena da Manolo, ottima e abbondante per 8,5€ a testa (incredibile porzione di pimentos de Padròn, calamari e sogliole alla plancia).

3 novembre, martedì, undicesimo giorno di cammino, Santiago – Negreira.
Partiti presto, ancora al buio, bella l’uscita da Santiago, percorso piacevole con saliscendi nei boschi di eucaliptus. Tempo grigio, ma non piove. A Negreira il rifugio è fuori paese, piccolo ma accogliente, conviene arrivare presto perché l’hospitalera è rigorosa nel non permettere sovraffollamento e l’ostello si riempie in fretta, anche fuori stagione. Ritornati in centro per pranzo tardivo nel locale consigliato dalla signora del rifugio, abbondante e molto economico.

4 novembre, mercoledì, dodicesimo giorno di cammino, Negreira – Olveiroa.
Percorso e paesaggi molto belli, tante eoliche. Tappa lunga, quasi 34 km, ma bella, fatta quasi senza soste. Bei paesini rurali, granai di pietra, molte mucche. Albergue con casette di pietra separate, e bella cucina con camino, non c’è ancora l’hospitalera, ci installiamo; parecchia gente ma non pieno del tutto. C’è la cucina, ma in paese non ci sono negozi. Cena dal bar vicino, economica e abbondante

5 novembre, giovedì, tredicesimo giorno di cammino, Olveiroa – Finisterre.
Piove e poi smette, va avanti così tutto il giorno. Bel paesaggio, tantissime eoliche, tratti allagati, ma l’insieme è molto godibile. Dal colle si vede l’oceano, poi si scende su Cee, pranzo su panchine in fretta per minaccia pioggia, ripartiti e arrivati a Finisterre. Sistemati al rifugio, hospitalera simpatica e rifugio accogliente, ma cucina chiusa al mattino. Andati al faro, altri 3 km, dove i pellegrini bruciano qualche vestito o altro per festeggiare l’arrivo. Cena al Porto, ottima e abbondante.

6 novembre, venerdì, quattordicesimo giorno di cammino, Finisterre – Muxìa.
Notte buona, nonostante i letti a castello molto vicini. Percorso bello, ma strada poco segnalata e con segni strani, equivoci. Arrivati a Lires dopo 14 km, non ce ne accorgiamo (ci aspettavamo un paese più grosso) e ci avviamo verso il guado (che viste le piogge recenti richiederebbe una tuta da sub). Per fortuna un signore ci blocca, torniamo indietro al bar per il sello (d’obbligo per essere ospitati a Muxìa, è la prova di esserci arrivati a piedi…) e prendiamo la carretera per Frixe, allungando di qualche chilometro. Per tutta la tappa andiamo avanti nella nebbia, sovente si sente il ruggito dell’oceano, ci sembra di essere persi nel nulla, le strade sembrano infinite e i segnali sono scarsi e contraddittori. Comunque arriviamo a Muxìa, dopo un ultimo problema per un guado. Il rifugio è nuovo, per alcuni è molto bello, per me è sfoggio di architettura demenziale, molto cemento, e poca praticità; l’ospitalero di poche parole. Stendiamo ad asciugare tutta la roba e andiamo alla chiesa della Virxen de a barca, bellissima, sull’oceano. C’è una troupe che sta girando un film con falsi pellegrini e per un lungo momento non possiamo andare alla chiesa. Onde gigantesche, molto bello.

7 novembre, sabato, ritorno.
Vento forte, sveglia presto e partiti alle 7,30 col pullman. Altro bus per l’aeroporto, poi volo Ryanair per Roma Ciampino (83€ in due coi bagagli) e pullman (biglietto comprato a Santiago, 4€) per Roma Termini. Qui ci attende lo sciopero dei trasporti, i treni cancellati senza preavviso, la sala d’aspetto controllata da vigilantes dall’aspetto poco raccomandabile, i wc a pagamento, 80 centesimi e la macchina non dà resto. Insomma, siamo tornati nella nostra cara Italia.

Riepilogo spese e considerazioni finali
Il viaggio è costato in tutto 900€ in due, tutto compreso. Abbiamo speso 160€ per i voli aerei e altri 160 fra treni, bus e auto, quindi 320€ per gli spostamenti.
Abbiamo dormito in pensione a Santiago e Barcelos, affittato una camera a Porto. Per il resto ci siamo serviti degli ostelli (gratuiti con donativo o del costo di 3€). Abbiamo mangiato quasi sempre in bar o ristoranti la sera, spendendo poco e cenando molto bene, soprattutto piatti a base di pesce.
Un viaggio, quindi, piacevole ed economico, che permette di godere della cucina locale anche a chi, come noi, ha budget limitati.

Il percorso è in genere piacevole e tranquillo, con poche difficoltà altimetriche. Si svolge in prevalenza su stradine acciottolate in ambiente rurale. Fanno eccezione un pezzo della prima tappa e la zona industriale attorno a Porrino.
In Portogallo le tappe non si possono variare facilmente per carenza di ostelli, in Galizia è più facile personalizzarle.
Vista la stagione siamo quasi sempre stati soli nei rifugi, o al massimo con altre due persone. Dicono che in estate il tratto galiziano sia sovente pieno di pellegrini spagnoli e ci siano problemi di posto a partire da Tui.
Il tratto dopo Santiago è invece sempre percorso da molti pellegrini, in qualsiasi periodo dell’anno, la tappa critica è la prima, a causa del rifugio piccolo.
Muxìa, con la sua straordinaria chiesa sull’oceano, è un degno finale di viaggio, più ancora che Finisterre.
Il clima è temperato, con piogge frequenti. La mantella e gli scarponcini in goretex ci sono serviti davvero, il maglione pesante è rimasto invece sempre in fondo allo zaino.