Libri

Ho iniziato a scrivere nel 99, poco prima che finisse il secondo millennio, per colpa di due viaggi, uno in bici e uno in treno, entrambi lunghi circa duemila chilometri. La cosa mi è piaciuta, ho apprezzato la soddisfazione che si prova nel vedere nascere storie da segni neri tracciati su carta bianca.

Ho capito che, almeno per me, scrivere è attivita manuale più che intellettuale, e ha in comune col viaggio a piedi o in bici la pazienza del procedere piano, la meraviglia di scoprire nuovi paesaggi e nuove persone, di riprendersi spazio e tempo che l’era della velocità obbligatoria ci ha rubato. Ho capito che i giorni di scrittura erano per me felici e benedetti, che inseguire storie era una ginnastica mentale piacevole e produttiva, con risvolti terapeutici positivi (miglioramento del tono dell’umore, abbassamento della pressione diastolica, diminuzione dell’insonnia e delle cefalee).

Quando, nel 2002, il primo libro è stato pubblicato ho anche scoperto che era un modo di creare buone relazioni, conoscere persone e iniziare un discorso. Ho anche capito che il vero proprietario e “autore” di un libro è chi lo legge e mi sono reso conto di quanto sia grande il debito di riconoscenza che ogni scrittore contrae con chi ha la cortesia e la pazienza di leggerlo.

Scrivo in genere d’autunno, in tempi brevi, senza interrompere la normale attività lavorativa quotidiana. Non seguo progetti, non costruisco personaggi. Procedo in fretta, soprattutto nel finale, incalzato dalla storia e dai protagonisti. Non sono capace di ritocco, di aggiustamenti, di revisioni. Se un muro viene storto, non so raddrizzarlo. A Dio piacendo, ne farò un altro, magari l’autunno seguente. Per fortuna non esistono ancora limiti e vincoli, piani regolatori e commissioni edilizie nel settore dei castelli in aria e delle architetture mentali.

Per finire, un avvertimento: i miei libri sono tutti molto diversi uno dall’altro, nascono da esigenze ludiche, a volte dal gusto di provare, di cimentarmi. Se ne avete letto uno e per caso vi è piaciuto, non aspettatevi che succeda lo stesso con gli altri.

Non ho mai voluto trasformare lo scrivere in una attività lavorativa o in una fonte di reddito: anche per questo, forse, ne ho sempre ricavato piacere e soddisfazione.