Camminare sotto la pioggia

Camminare sotto la pioggia ha i suoi lati piacevoli, per la prima mezz’ora.
Dopo quattro giorni cominciano a prevalere gli aspetti più fastidiosi, tipo il rivolo d’acqua che si ostina a scorrere dal collo alla schiena, gli occhiali appannati che velano di nebbia il mondo circostante, gli scarponi in cui paiono nuotare i girini…

La rivoluzione del fagiolo

“Non lessi libri, quell’anno, zappai fagioli” Così scrive nel suo memorabile Walden, Henry David Thoreau. Uno che, prima di dedicarsi all’orticoltura e all’eremitaggio nei boschi, di libri ne aveva comunque letti molti e buoni.
Dai tempi del geniale americano tante cose sono cambiate…

Risposta a Beppe

Carissimo Beppe,
scusa innanzitutto se ti scrivo con una tastiera invece che con la penna. In realtà ho iniziato la risposta a mano, poi mi sono reso conto che la mia scrittura si fa sempre più illeggibile (a volte addirittura per me stesso…), soprattutto nei testi lunghi. Non so se sia colpa dell’invecchiamento o di qualche altro problema, ma la mia grafia è sempre più incerta (o forse la mano tremante riflette solo la confusione mentale).
Ho riscritto questo inizio e proseguito a macchina, preferisco la facilità di lettura e la chiarezza alla maggior simpatia del testo manoscritto e non ti voglio imporre, oltre alla pazienza e alla tolleranza sempre necessaria verso le mie incerte divagazioni, anche la fatica della decifrazione.

Un avverbio di due lettere

– Ma tu credi in Dio? –
– Bella domanda! – rispondo, ma è solo un modo per prendere tempo, per concedermi un attimo di dilazione davanti all’irrevocabilità del quesito. Mi rendo subito conto che non posso svicolare, cavarmela con una battuta o con un “sì, ma…”, con la congiunzione messa subito lì, dopo la virgola, a negare l’avverbio. Come faccio di solito: “sì, ma non al Dio del Vaticano…sì, ma non al Dio delle religioni…” Scappatoie dettate dalla vigliaccheria o dalla voglia di tagliar corto…

Aria pesante

Sarà per l’aria calda di quest’inverno che non ci ha ancora regalato neve e gelo a ripulire polmoni e mente e spazzar via fumi, nebbie e malinconia.
Sarà per il metabolismo affaticato dei cinquant’anni suonati, il corpo che inizia a cigolare come un cuscinetto grippato, a lamentarsi come un asino stanco.
O sarà per questo arcipelago di morti e tristezze che incrocia quotidianamente la nostra rotta, tanto fitto da non fare più notizia, da trasformare la tragedia in statistica…

Riflessioni di un pellegrino pentito

Luigi è arrivato a Santiago all’inizio dell’estate del 94 con la sua bicicletta. Quel mattino a ritirare la Compostela, il sospirato pezzo di carta attestante la conclusione del pellegrinaggio effettuato secondo le dovute regole, erano in quattro. Nel luglio del 99 la coda per avere il papiro rilasciato dal Capitolo in lingua latina occupava due rampe di scale e fuoriusciva sulla strada…